STORIA DELLA PARROCCHIA DI S. PAOLO
La proposta di
costruire a Genova una chiesa dedicata all’apostolo delle genti fu presentata da Mons.
Enrico Lagomarsino, a Natale del
La proposta piacque molto al cardinale Minoretti,
allora Arcivescovo di Genova, preoccupato di dare assistenza religiosa
ad una zona di circonvallazione a monte in
promettente sviluppo demografico.
L’incarico della costruzione della chiesa fu affidato allo stesso autore del
suggerimento, il quale provvide in breve tempo ad
ottenere dai conti Bruzzo la donazione del terreno
, a raccogliere i fondi necessari per iniziare l’opera e far realizzare un primo
collegamento stradale tra le due aree principali della parrocchia, quella
gravitante su via Acquarone e quella gravitante su
via Crocco - S. Maria della Sanità.
L’incarico del progetto esecutivo fu affidato allo studio degli architetti
Fineschi, che furono incaricati
anche della costruzione della canonica e della chiesetta provvisoria
Il 29 giugno
Il 27 Agosto 1939
venne pubblicato il decreto di nomina di Don Mario Noceto come primo Prevosto di
S. Paolo, che pochi mesi dopo, il 24 ottobre 1939 venne raggiunto dal fratello
don Gianni, nominato curato della parrocchia.
Don Mario era nato a Genova il 3 ottobre1903.
Fin dalla infanzia il piccolo Mario aveva manifestato la sua vocazione
religiosa, avendo come svago preferito quello di fare il prete, fino ad
arrivare, una notte di Natale, a costringere le sorelle ad assistere alla sua
personale Messa di mezzanotte.
Entrò in seminario
nell’autunno del 1914, all’età di 11 anni-
La sua intelligenza
sveglia , pronta, ma al tempo stesso riflessiva e il suo impegno furono assai
apprezzati dai suoi superiori e dai supi compagni seminaristi . In prima
teologia (fatto inusuale) fu nominato vice prefetto per la disciplina per poi
assumere, negli anni successivi, gli incarichi di prefetto e vice-Rettore.
Dopo la sacra
ordinazione , avvenuta il 29 maggio 1926, rimase per qualche tempo come prefetto al
seminario minore.
Per i sette anni
successivi prestò la sua opera di curato presso la parrocchia di N:S: del
Carmine, prima di venire chiamato a ricoprire la carica di vice – Rettore al
Seminario minore del Chiappeto..
Costituita la
parrocchia sembrava prossima la ripresa dei lavori per la realizzazione del
progetto definitivo. E in effetti i lavori vennero ripresi il 22 ottobre del
1941.. Poche ore dopo la ripresasi scatenò su Genova
Il primo di una
serie terribile di bombardamenti, che trasformarono molte parti della città in
un cumulo di macerie. Era il mostro della guerra che ostentava il suo volto
peggiore. I lavori vennero rinviati sine die..
niziò l’esodo
della popolazione verso la campagna e per quelli rimasti iniziarono gli
appuntamenti nei rifugi antiaerei..
Quasi per ironia
della sorte don Mario vide però nei fatti realizzarsi quello che era il suo
ideale pastorale: la parrocchia-famiglia. Il perno di questa famiglia fu
appunto Don Mario che si assunse di tenere una intensa corrispondenza con i
parrocchiani sfollati e di condividere con i pochi parrocchiani rimasti (500)
le sofferenze, le paure e le tenui speranze, E come non sentirsi uniti con un
unico sentimento di autentico terrore in quei terribili istanti tra il sibilo
della bomba in arrivo e lo scoppio a terra e nei successivi istanti come non
provare una gioia quasi primordiale di sentirsi ancora vivi.
Don Mario però
seppe far emergere, da quel clima di miseria e di paura, la parte migliore dei
suoi fedeli fondando nell’ottobre 1944 il segretariato della crociata della
carità, una sorta di edizione aggiornata della san Vincenzo. Con un’autentica
gara di solidarietà numerosi parrocchiani all’appello e quello che poteva
essere il momento più buio si trasformò nel moment o più edificante della ancor
breve storia della parrocchia.
Ammutolitosi i
rombi della guerra nell’aprile del 1945 iniziò subito l’ora della ricostruzione
postbellica, ma per la ripresa dei lavori della chiesa si dovette attendere più
di dieci anni.
Un piccolo passo venne fatto l'11 febbraio 1948 con l'inizio dei lavori
per la costruzione del Salone e delle Opere Parrocchiali, inaugurate due anni
dopo dal card. Siri
Il primo colpo di piccone, che diede inizio ai lavori di sbancamento della collina, fu dato il
giorno 8 settembre del 1955 nel giorno della Natività di Maria Santissima.
Un
anno dopo, 7 ottobre 1956 , venne il sospirato giorno della posa della prima
pietra: come documentato dalla foto a lato , che mostra Don Mario inginocchiato
davanti al cardinale Siri.
Da quella data la fabbrica cominciò a salire di giorno in giorno verso l’alto fino al suo completamento a tre anni esatti dall'inizio dei lavori: 8 settembre 1958.
L'apertura al culto avvenne il successivo 31 ottobre con la solenne benedizione per le mani del card,Siri, che in tutti quegli anni aveva seguito con amorevole attenzione le vicende parrocchiali e che, meno di un mese prima, aveva nominato don Mario Monsignore e Canonico Onorario della Cattedrale .L'evento conclusivo avvenne il 28 giugno 1960 con la cerimonia della consacrazione a cui si riferiscono le immagini sotto riportate e per le quali vale la pena di spendere qualche parola di commento.
La prima foto si riferisce all'arrivo del card.
Siri. Sulla destra si scorgono anche il neo Mons, Noceto e Mons. Lagomarsino. La
seconda foto mostra la cerimonia della consacrazione. La terza foto inquadra la
folla assiepata sul fondo della chiesa . Quella memorabile giornata fu
conclusa con una magnifica luminaria.
Mons Noceto , già sofferente, quella sera era affaticato, ma indicibilmente
felice certo di poter utilizzare quella magnifica chiesa per i suoi programmi
pastorali. Dio però aveva disposto diversamente.
La prima crisi cardiaca sorprese Mons. Noceto, nel giorno dell'Epifania 1960,
presso il letto di un'ammalata moribonda. A giugno, mentre era per strada, subì
una seconda crisi .La causa di queste crisi fu attribuita alla stanchezza
eccessiva e non venne dato al male il giusto peso.
Il 25 febbraio celebrò per l'ultima volta la S. Messa nella sua chiesa. La sera
dello stesso giorno tornando dal consueto giro dell'annuale benedizione delle
famiglie subì una crisi fortissima e paurosa, che lo costrinse a letto. A
distanza di pochi giorni seguì il ricovero in ospedale per stabilire la diagnosi
del male. Il responso fu terribile;Sindrone di Morgani-Adams-Stokes, una
malattia dal nome impronunciabile e, per quell'epoca, dall'esito fatale, dovuta ad un blocco della conduzione degli stimoli della contrazione del
ventricolo .All'ospedale rimase due mesi, poi fece ritorno in parrocchia. Tranne
un breve periodo iniziale Monsignor Noceto rimase in letto, amorevolmente
assistito da una suora infermiera e al fratello don Gianni, che nel frattempo era
stato nominato Vicario Coadiutore con diritto di successione.
Gli amatissimi parrocchiani ebbero modo di seguire da vicino il lungo calvario.
le preghiere si intensificarono così come la partecipazione ai Sacramenti.
Si susseguirono episodi commoventi ed edificanti in un clima di generale
tristezza.
Il 21 luglio 1961 alle 17,30 la vita di Mons.
Mario Noceto arrivò a compimento.
La campana, che proprio lui aveva suonato per la prima volta, rintoccò il triste
e grande messaggio: Mons. Mario Noceto non è più tra i suoi figli.
Il 23 luglio si svolsero i funerali. Irripetibili il concorso di gente, la
commozione, le lacrime.
Un anno dopo la sua morte Mons. Mario Noceto tornò tra i suoi parrocchiani. Fu
tumulato vicino all'ingresso : sentinella perennemente vigile alla porta
della "sua" chiesa.
Per
evitare conseguenze troppo traumatiche ai parrocchiani di San Paolo con saggia
decisione il Cardinale Siri chiamò a succedere a Don Mario il fratello Mons.
Armando Noceto.
Il suo ingresso solenne avvenne il giorno dell’Immacolata Concezione, l’8
dicembre 1961. Il suo ministero durò fino al 1989.
Nel suo lunghissimo impegno pastorale molte le realizzazioni
importanti, sia dal punto di vista spirituale, come l’istituzione a S. Paolo
del CPM o la consacrazione, nel territorio parrocchiale, della chiesa di S.M.
della Sanità, avvenuta il 4 aprile 1965 e affidata a don Isetta, sia dal punto
di vista materiale, come la realizzazione dell’altare maggiore, i lavori per il
rivestimento della cupola, la scala di accesso alla chiesa, il presepio, nato
prima in forma estremamente semplice ma in seguito trasformato da Armando Merlo
in una piccola opera d’arte meccanica; e ancora, nel campanile, le cinque
campane; l’organo elettronico della ditta Delmarco, proveniente da Tesero in
val di Fiemme.
La testimonianza della sua fattiva presenza è affidata al bel quadro del
pittore Nino Traverso disposto a parete vicino al fonte battesimale.
A darne notizia sul bollettino parrocchiale del mese di maggio 1971. In questo
quadro, ad altezza d'uomo, viene mostrato, in modo plastico e moderno, il
battesimo di Gesù in riva al Giordano.
Vale la pena di ricordare che questo quadro è venuto a sostituire un altro
quadro che ornava la parete, prestito di un parrocchiano (Pericle Tommaselli) e
significativo esempio di generosa collaborazioni tra fedeli e parrocchia
Durante il suo ministero si verificò un importante evento: l’inaugurazione sul
territorio parrocchiale. del Seminario Maggiore in salita E. Cavallo, che segnò
l'inizio di una fruttuosa collaborazione tra parrocchia e Seminario.
Nel 1971/72, nel pieno della sua missione di
parroco, Don Gianni dovette affrontare una difficile e delicata questione
riguardante l’istruzione scolastica dei bambini e dei ragazzi della parrocchia
(e non solo).
In quegli anni infatti il Capitolo Generale delle suore di Santa Maria Cabrini
aveva deciso di richiamare a Roma le consorelle che gestivano l’omonimo
istituto nella zona di San Paolo e di porre in vendita sia gli edifici
residenziali sia quelli scolastici.
Don Gianni, supportato e a volta spinto da un nucleo di intraprendenti genitori
(Dagnino, Gamba, Lamagna, Moizo, Sabatini) intraprese una lunga e delicata
trattativa con le suore, raggiungendo un risultato a dir poco eccezionale
La parte scolastica dell’istituto venne acquisita dal comune che vi trasferì sia
l’asilo e le scuole elementari (fino allora confinati in un prefabbricato,
soprastante il bivio via Acquarone – via O. Cancelliere) sia una sezione delle
scuole medie della Giano Grillo.
Durante il suo lungo periodo di parroco, don Gianni ha dovuto affrontare anche
situazioni delicate, che probabilmente gli hanno creato sofferenza , ma che ha
saputo gestire con intelligenza e discrezione..
Un altro momento molto amaro fu lo scioglimento del reparto scout, praticamente
una sua creatura, che aveva contribuito alla formazione di una bella e sana
schiera di giovani.
Nel 1988, sentendosi venire meno le forze, don Gianni chiese di potersi
ritirare.
Per non essere di imbarazzo al suo successore don Lino Vicini (già vice
parroco), don Gianni si trasferì in Castelletto, dove continuò il suo ministero,
come coadiutore del parroco.
Fu molto apprezzato come predicatore sempre vicino ai problemi della gente.
Morì a Campoligure, assistito dai suoi nipoti, nel 2003; riposa ora vicino
alla salma del fratello nella cappella in fondo alla chiesa.
Don
Gianni da viceparroco aveva svolto una intensa attività per la gioventù,
attività che considerava essenziale per il futuro della parrocchia.
Poiché per le aumentate responsabilità e le aumentate primavere, Don Gianni non
si sentiva più in grado di curare questo aspetto del suo ministero, chiese aiuto
al Cardinale che nel 1977 inviò, come vicario parrocchiale
Don Sandro Carbone.
Don Sandro Carbone. era (ed è tuttora) un sacerdote dal “cuore ardente” e un po’
rivoluzionario proprio come dovrebbe essere ogni vero cristiano.
All’inizio della sua opera a San paolo si dedicò alla riorganizzazione dei
gruppi giovanili unificando i gruppi maschili e femminili e suddividendoli per
fasce di età:
6-8 anni – 8-12 anni – 3^media (anno delle scelte fondamentali) – superiori